In Puglia trovata la zanzara della malaria. Ma ecco perché non bisogna allarmarsi
Nella campagna leccese è stata recentemente scoperta la zanzara Anopheles sacharovi, conosciuta per la sua capacità di trasmettere la malaria. Tuttavia, gli esperti dell' Istituto Superiore di Sanità (Iss) e gli infettivologi rassicurano: non c'è motivo di allarmarsi. Sebbene sia importante intensificare i controlli con l'avvicinarsi dell'estate, per trasmettere la malattia è necessario che le zanzare trasportino il parassita della malaria, che attualmente non è presente in Italia.
L'Istituto Superiore di Sanità e gli infettivologi sottolineano che non vi è alcun allarme malaria in Italia. La scoperta della Anopheles sacharovi nelle campagne leccesi ha suscitato qualche preoccupazione, data la sua efficacia nel trasmettere la malaria rispetto ad altre specie di zanzare presenti in Italia, come l'Anopheles labranchiae. Tuttavia, come spiega Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), per trasmettere la malattia è necessario che le zanzare siano portatrici del parassita, che attualmente non si trova nel nostro paese.
Come ci si protegge dalla malaria?
Nonostante l'assenza del parassita, è fondamentale intensificare i controlli, specialmente con l'arrivo della stagione calda e l'aumento dei viaggiatori in Salento . Con l'aumento dei turisti, in particolare quelli stranieri, che si prevede sbarcheranno all'aeroporto di Brindisi, il monitoraggio delle zanzare diventa essenziale.
Se si vogliono adottare delle misure di protezione, benchè il pericolo sia minimo, si consiglia di:
La zanzara anofele vive esclusivamente nelle zone con acque stagnanti, pantani e paludi, ed era molto diffusa anche in Italia, prima delle campagne di bonifica realizzate durante la prima metà del Novecento.
Il ritrovamento della Anopheles sacharovi è significativo dal punto di vista scientifico e sanitario. Dopo le opere di bonifica e la campagna di lotta antimalarica del secondo dopoguerra, questa zanzara è scomparsa dal territorio italiano. L'Istituto Superiore di Sanità sottolinea l'importanza della sorveglianza entomologica per prevenire il rischio di reintroduzione della malaria in Italia. Grazie alla collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Pugliese, è stato possibile individuare un unico esemplare adulto di Anopheles sacharovi, avviando così un'indagine entomologica mirata alla prevenzione.
La ricerca
La rivista Bmc ha raccolto i risultati di una ricerca condotta dai ricercatori dell?Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata, dell?Istituto superiore di sanità e del servizio veterinario dell?Asl Lecce. L?iniziativa nacque nel 2017 perché suscitò interesse il ricovero all?ospedale di Taranto di quattro immigrati che avevano contratto la malaria in Italia. Questo episodio fu lo spunto per avviare la caccia alla zanzara che portò appunto alla ricerca negli undici siti a nord di Otranto con le analisi effettuate su 216 zanzare (125 immature e 91 adulti). Le aree furono selezionate in base alla presenza di paludi, bacini d?acqua salmastra e laghi naturali e allevamenti di bovini, cavalli, pecore e pollame. Fu proprio alla fine della stagione calda del 2022 che un esemplare della zanzara fu ritrovata.
Perché non bisogna allarmarsi?
Gli esperti dell'Iss ribadiscono che la scoperta di una zanzara Anopheles sacharovi non deve destare allarme per un possibile ritorno della malaria in Italia. Le condizioni socio-economiche e igienico-sanitarie del nostro paese sono molto diverse da quelle del passato, rendendo improbabile una reintroduzione della malattia. Tuttavia, è essenziale mantenere alta l'attenzione e proseguire con l'attività di controllo per prevenire eventuali rischi futuri.
In conclusione, mentre la presenza della Anopheles sacharovi in Puglia rappresenta un motivo per intensificare i controlli e la sorveglianza, non c'è motivo di allarmarsi. Le condizioni attuali del nostro paese e l'assenza del parassita della malaria rendono estremamente basso il rischio di un'epidemia. La vigilanza continua e il monitoraggio costante sono le chiavi per mantenere questa situazione sotto controllo.
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